2010 novembre 9, martedì

Con l’inverno è più difficile. Tutto di corsa e una montagna di roba in giro. Zampette umane ed animali ovunque dopo la pioggia. Un panico.

Poi vorrei un pò di solitudine. Tre-quattro giorni non sarebbe male. Dormire. Pensare. Sentirmi.

Nella fretta, nel panico di tutti i giorni mi perdo. Già è una tendenza innata, ma la confusione intorno non aiuta. Tantomeno le voci che mi chiamano in continuazione. Ogni pensiero viene interrotto. Difficile scrivere. Difficile essere. Una sorta di esistenza part-time. Sono me in quei pochi momenti in cui non c’è altro, il che non succede spesso. Neanche adesso. Mi sento il tempo che soffia sul collo: « veloce, veloce, andiamo che c’è altro da fare e stanno per arrivare».  Così spesso lascio perdere, i momenti in cui potrei esserci mi limito a passare il tempo.

Infatti, mi chiamano.

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2014 marzo 20, giovedì di primavera

Curioso osservare come gli eventi cambino di senso con il tempo,cambiano le tonalità con cui ci si pensa.
La primavera rimane quello che è, porta sole e voglia di stare fuori, sorrisi e aria leggera, ma oggi guardando fuori a quel verde illuminato da luce nuova, mi ritrovo a pensare che ancora una volta è primavera e capisco perchè si dice proprio così, “contare le primavere”. Il giro di boa dopo l’inverno che, nel mio caso, è vicino anche a quello anagrafico. Ancora una volta scopro una calda banalità piena di senso. Spero di riuscire a passare con leggerezza questo sentire corporeo a chi devo. Io per il resto continuo a brancolare senza direzione e senza mappa. Ricordare, disegnare e regalare a chi servirà.

2013 settembre 1, domenica

A volte succedono i fatti. A volte è piacevole. Accadono cose che stupiscono, imprevisti. Tu stai camminando dritto per la tua strada, per quanto maledettamente confusa possa essere, sei lì che tieni duro, è tutta una battaglia, pensare cosa fare, trovare equilibri, parlare e spiegare, ottenere quel che vuoi, rispettare le diverse sensibilità, mantenere gli impegni e così via e così via.

Poi fai quella cosa spontanea, una tra le altre, e ti trovi in un luogo inaspettato, fresco, stimolante. E si, fila liscio. Tutto scorre come “dovrebbe” scorrere, sei al tuo posto. Non c’è un altro posto dove vorresti essere. Nessuna ansia. Puoi dire la cosa sbagliata e non succede niente di grave. Ogni gesto maldestro è una risata insieme. E voglia di vicinanze. Piccole, intime o rumorose, inopportune. Ogni vicinanza possibile con un sorriso divertito sulle labbra.

Bello, dannatamente bello.
E fa la differenza. Anche solo qualche ora o qualche giorno.
Va bene. Mi fa sentire bene, in realtà è proprio una meraviglia.

2011 novembre 16, mercoledì spesa.

Oggi ho segnato un punto. Di ritorno dalla scuola, passando per il supermercato, come al solito non si trova un posto per la macchina. Io e la creatura, tra borse sportive, cartelle, buste della spesa, pacchi di varie dimensioni e cane zoppo al seguito, non sappiamo che fare…parcheggiare lontano assume i connotati di un’impresa impossibile (solo il pacco del cibo dei cani pesa 15 kg). Pare assurdo ma queste piccole cose di tutti i giorni diventano problemi, io ho la schiena che mi fa male e continuare a strapazzarla portando pesi non fa bene, nè al corpo nè all’autostima. Fare più viaggi avanti e indietro pure non è allettante e poi a casa ho duemila cose da fare e non ho voglia di perdere tempo. Così –insight– mollo pacchi, buste cartella e borsoni con la creatura davanti casa e vado a cercare parcheggio! Fiuuu! Risolto, meno male. Con il cane zoppo risaliamo verso casa e dietro l’angolo sento la vocina che chiama e, quando mi vede, esclama: «Quanto ci hai messo?! Mi sono preoccupato! Tutto questo tempo.» Ok, lo rassicuro: «tutto a posto, lo sai ho dovuto parcheggiare lontano». Ecco, la quotidianità genitoriale in solitudine è fatta di banalità del genere che, sommate giorno per giorno, pesano. Questo è il nono anno di viaggi con pacchi pesanti vari, cani etc, senza contare l’infinità di traslochi. Posso pensare che un passo è stato fatto, almeno per queste cose: basta trasporti. Mollo tutto davanti casa.

2011 novembre 15, martedì

Secondo appuntamento con la psicoterapeuta. La nuova psicoterapeuta…
Questa volta si tratta di un’approccio “Cognitivo-Comportamentale”.

Bene. Qualcosa c’è.

Dalla crisi da maggio 2011 ad ora non è che le cose sono migliorate poi molto; piango un pò meno spesso…riesco a non farmi travolgere all’improvviso, ma non ho certo smesso. Ancora tristezza e disperazione mi assalgono con qualsiasi pretesto. Un piccolo errore, un incidente, un pensiero o un’immagine bastano a far ingrossare le onde. Ora le guardo arrivare e non mi ci trovo in mezzo senza rendermene neanche conto. E sono soddisfazioni, eh!

Comunque, dicono “disturbo borderline di personalità” , niente di molto originale e il mio “punteggio” corrisponde al “valore soglia”. Poi capire nel dettaglio cosa questa definizione indichi di preciso, nel mio caso, sta a me. A grandi linea ho capito…ma a me non bastano le grandi linee, a me piace guardare fino in fondo, fin dove riesco ad arrivare. Mi piacciono dettagli e sfumature….così, avrò un bel daffare (“quite a busy”) prossimamente.

2011 novembre 5, sabato libero

Beh. Tutto bene, ci risiamo con autunno-inverno. Quest’anno, a breve, brevissimo, altro trasloco. Non ci si crede! L’ultimo è stato a giugno 2010, ed ora da capo. Chissà come ne usciamo questa volta.

2011, maggio 25, mercoledì

[tra poco preparo la cena per “Boo”]

Stamattina mi hanno somministrato l’MMP2 e lo SCID II: interessanti…

La psicometria è davvero una cosa curiosa e anche attraente. E’ come ci fossero due mondi a contatto: il dato leggibile freddo e descrittivo e anche -diciamo così- “realistico” e la realtà vissuta, le relazioni, le storie di vita che possono anche essere efficacemente descritte con un qualche nome di disturbo, ma che vanno ben oltre a definizioni tassonomiche fissate in un dato tempo in un dato contesto. Mi piace e interessa capire gli strumenti che abbiamo per sostenerci in quanto esseri umani…in qualche modo mi danno speranza. Si è fatto tanto lavoro anche solo per “scremare” la confusione, per individuare delle dimensioni di lavoro possibile, c’è tanto da fare ancora ma si procede e solo andando a vedere, verificando teorie e pratiche che possiamo migliorare questi strumenti. Almeno ho la sensazione di fare qualcosa di utile e divertente (almeno per me). Ah! Mi è stato consigliato (assecondando le mie richieste omeopatiche-fitoterapiche) il NERVAXON 300mg, ovvero estratto secco di Hypericum perforatum L.

2010 novembre 9, martedì

Con l’inverno è più difficile. Tutto di corsa e una montagna di roba in giro. Zampette umane ed animali ovunque dopo la pioggia. Un panico.

Poi vorrei un pò di solitudine. Tre-quattro giorni non sarebbe male. Dormire. Pensare. Sentirmi.

Nella fretta, nel panico di tutti i giorni mi perdo. Già è una tendenza innata, ma la confusione intorno non aiuta. Tantomeno le voci che mi chiamano in continuazione. Ogni pensiero viene interrotto. Difficile scrivere. Difficile essere. Una sorta di esistenza part-time. Sono me in quei pochi momenti in cui non c’è altro, il che non succede spesso. Neanche adesso. Mi sento il tempo che soffia sul collo: « veloce, veloce, andiamo che c’è altro da fare e stanno per arrivare».  Così spesso lascio perdere, i momenti in cui potrei esserci mi limito a passare il tempo.

Infatti, mi chiamano.

oggetti per il paesino

  • stop piccoli(ssimi) per appendi-abiti

2010, luglio 9. Dopocena.

La temperatura è salita. La notte sudo e dormo male.

Buona parte delle scatole “vestiti” è stata aperta e messa via. Un altro fatto.

Ho ritrovato cose che indossavo a vent’anni.

E’ a questo punto che percepisco il giro di boa. Non si torna indietro. Quella roba parla chiaro. Il tempo è passato e continuerà a farlo in una direzione prevedibile. Ovvio e bizzarro allo stesso tempo.

E tutte queste scatole (quelle aperte e quelle in attesa del loro turno) mi parlano del mio attaccamento ai miei desideri. Non ho mollato la presa fino a poco tempo fa, non ho rinunciato alla speranza di aprire e chiudere con questa parte della mia vita. Tutta questa roba mi parla della capacità di resistenza, di adattamento continuo, di inventare configurazioni possibili per la sopravvivenza, di volta in volta, nonostante la totale assenza di progettualità. L’obiettivo era sopravvivere. Portarmi avanti un giorno ancora, mettere da parte quello che non riuscivo a realizzare ma non cedere, non buttare via tutto. Tenere a margine e andare avanti. Guardo a quello che esce fuori e vedo forza e tanti , tantissimi errori. Tanto idealismo ed ingenuità.

In realtà mettendo da parte si perde qualcosa comunque, la pratica fa differenza. Vivere in eterna sospensione è una fuga dalla realtà. 

Aprire le scatole, significa anche seppellire i miei morti. Fermarmi e vivere i lutti, quelli veri e quelli simbolici.

La lucidità non è stata una mia peculiarità. Nè la capacità di fissare uno scopo e andare al punto. O solo raramente. Quello che ho fatto fin’ora è stato sopravvivere. Ma vale la pena? Tutta questa immensa fatica, tutti questi spostamenti ed esplorazioni continue…per cosa? Un’identità fluttuante che stringe sogni in mano. E il tempo inizia a “stringere”. Il tempo della sopravvivenza non può durare per sempre.

2010 giugno 25 rondoni

Come se non bastassero tutti gli animali che girano per casa, abbiamo anche una colonia di rondoni subito sopra al terrazzo. A me piace, i loro squittii (il verso del rondone nn so come si chiama) a mattina e sera mi piacciono proprio.

Bene, i rondoni ogni tanto cadono dal nido.

Se sfuggono a gatti e cani e sono abbastanza grandi riescono a volare….altri sono piccoli (le ali devono superare di un paio di centimetri la coda per essere pronti al volo) e devono essere nutriti e curati fino a quel momento. I rondoni, differentemente da altri pennuti, una volta che volano non "scendono più a terra": non saprebbero risalire. In effetti si nutrono di insetti volando e allo stesso modo bevono senza fermarsi. Si posano solo nei nidi di solito ricavati in "costruzioni umane" (ref+foto) .

Ci sono un sacco di storie su come nutrire i cuccioli di rondone, la verità -che evinco dalla LIPU– è carne macinata in piccolissimi bocconi (delle dimensioni di una lenticchia o poco più) in poche quantità (10-15 bocconi) ogni paio di ore di giorno, di notte nn mangiano. Con un contagocce si dovrebbe dare anche acqua (o acqua e zucchero) per evitare disidratazione. Anche qui si tratta di poche gocce. Si rischia di "ingozzarli" cosa che mi è successa giust’appunto ieri con l’ultimo esemplare che è caduto giù. Mi sento un mostro a non aver capito che era troppa acqua. Vanno date poche gocce  durante il pasto o dopo.

Altra nota: no mettere in gabbie (si possono ferire) ma è preferibile l’uso di  una scatola forata.  Bene foderare con carta assorbente. Tenere al caldo (25°-30°C),  si puo usare una borsa acqua calda sul fondo o sotto la scatola. 

Finora ne abbiamo salvati 5, e la responsabilità della morte del sesto è tutta mia. Ero in una situazione concitata e non ho fatto la dovuta attenzione. E non posso non farmi bruciare addosso che non ho giutificazioni.